Attualità
Tamara De Lempicka in mostra a Verona: le opere della sua vita a ritmo di charleston
La mostra a Verona su Tamara De Lempicka ci porta negli “anni folli” di un’epoca, che l’artista polacca sapeva domare

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La mostra monografica che si è inaugurata il 26 settembre nel Palazzo Forti di Verona porta in scena i dipinti, ma prima di tutto la personalità dell’artista nata a Varsavia e trasferitasi in Russia: Tamara De Lempicka. Sebbene riconosciuta dalla critica del tempo con un pò di lentezza, Tamara era già un’artista quando arrivò a Parigi e tutt’altro che un’ingenua giovane in fuga dalla rivoluzione: la sua personalità forte e un pò capricciosa, le facilitò un’entrata in scena dirompente, diventando uno dei personaggi di punta degli “anni folli” parigini, a proprio agio tra i ritmi del charleston e nei salotti dei ricchi. Oggi come allora è apprezzata per l’alone misterioso e leggendario che circonda la sua biografia –La mia vita è stata il lavoro– afferma prima di morire, quando superata la follia fece un ritorno ossessivo alle opere di successo.
Il percorso dell’esposizione segue l’ordine cronologico: in mostra dalle opere realizzate a Parigi negli anni ‘20 alle opere degli anni ‘50, versioni delle sue opere passate. Sarete guidati nel percorso dal ritmo della musica. Merito è del programma di AMO Arena Museo Opera che ha scelto come filo conduttore la Seduzione in musica e che inserisce nel percorso i brani dell’epoca. Un ‘opera su tutte fa capire quanto Tamara De Lempicka sapesse impiegare con destrezza i linguaggi delle arti: il Ritmo del 1925, dove rappresenta un gruppo di sinuose donne (ispirate alle odalische del Bagno Turco di Ingres), usa una vera dinamica compositiva, per conferire armonia e ritmo alla scena. Inoltre associa le forme del violoncello alle forme dell’anatomia umana. Non solo la musica accompagna la comprensione delle opere di Tamara De Lempicka, ma anche la fotografia e la moda, che ha usato per diffondere la propria immagine trasgressiva, disinibita ed emancipata da Femme Fatale .
In mostra ci saranno i quadri “scandalosi” raffiguranti le amanti di Tamara, i nudi pieni di sensualità come La Bella Rafaëla del 1927 (opera prediletta dall’artista), la Ragazza in verde (o Ragazza con i Guanti) del ’27, eccezionale prestito del Pompidou di Parigi, il Ritratto di Madame Perrot del ’31, La Ragazza con la Sciarpa in Blu del ’30; opere in cui la cura estetica, lo stile, quel mix di qualità estetiche e ricerca formale e cromatica, essenzialità e algida compostezza rendono intrigante e coinvolgente l’arte di Tamara De Lempicka.
Intellettuale la sua arte, che ha levigato corpi e sguardi, ha ridotto i colori, ha contenuto i movimenti, ha in una sola parola mirato alla ricerca della Bellezza: quella assoluta che dissipa le tristezze, che cambia lo scenario.
