Attualità
Spesa in cultura e arte, l’Italia all’ultimo posto in Europa
L’Italia, il Paese al mondo con la più alta concentrazione di beni artistici culturali patrimonio dell’umanità. L’Italia, il Paese europeo che investe meno in cultura e istruzione. Lo rivelano i dati statistici dell’Eurostat.

Secondo l’Unesco in Italia riposano i monumenti e i beni artistici tra i più importanti al mondo, dichiarati patrimonio dell’umanità. Una cultura, quella di questo Paese, densa di storia e di secoli di arte. Una cultura, secondo i recenti dati di Eurostat, che a quanto pare è l’ultimo interesse di questo Paese. L’Italia è il fanalino di coda dell’Europa in quanto a denaro speso in finanziamenti per la cultura e l’istruzione.
Le statistiche parlano chiaro, bando alle ciance, meglio tirare fuori i numeri: in Italia è stato speso nel 2012 l’1,1% del Pil per la cultura contro il 2,2% di spesa media dell’Unione Europea. Con questa percentuale alla voce investimenti in cultura, siamo in fondo, ma proprio in fondo, sotto anche alla Grecia che versa in condizioni economiche ancora più disastrose. Ma il dato allarmante è anche la voce istruzione, fondamentale per la crescita di un popolo consapevole e di conseguenza interessato alla preservazione del nostro patrimonio artistico-culturale e del prezioso know-how delle arti, maggiori e minori. Ebbene l’Italia spende l’8,5% del Pil (stavolta penultima in classifica sopra la Grecia) contro la media del 10,9% delle altre nazioni dell’Unione europea.
Lo studio è stato pubblicato da Eurostat, l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, che ha comparato i fondi destinati alla cultura e all’arte di tutti i Paesi europei nel corso dell’anno 2012.
I dati Eurostat costituiscono uno stimolo a invertire la rotta ma attenzione a evitare una lettura fuorviante dei dati. Nell’economia della conoscenza e in un mondo dove a far la differenza saranno sempre più le competenze e la formazione del capitale umano, la spesa pubblica per l’istruzione purtroppo non è mai abbastanza. I dati Eurostat non sono quindi una novità e devono rappresentare un doveroso stimolo per le istituzioni e la politica ad invertire definitivamente la rotta.
Questo è stato il commento sintetico del Miur. Dopo il recente annuncio della cancellazione ufficiale della Settimana della Cultura, siamo davanti ad un’altra conferma della situazione italiana degli enti culturali. E ad un altro quattro in pagella per l’Italia.
Via | Il Sole 24ore
