Design
Salone del Mobile 2013, le tredici sedie mai dipinte dell’Ultima cena di Leonardo
La scena la conosciamo bene, i personaggi ci sono più che notti e abbiamo avuto il piacere di rivederli recentemente, quelle che effettivamente non si lasciano attraversare sono le 13 sedie sulle quali il Cristo e gli apostoli sedevano in occasione dell’ultima cena, che hanno dato vita ad altrettante creazioni di 13 designer esposte presso Anteprima @ Frigoriferi Milanesi – Spazio Galleria a cura di Ghigos Ideas.

(1:13) Le tredici sedie mai dipinte nell’Ultima cena di Leonardo, una bella curiosità che sarà inaugurata alle 19,00 del 10 aprile ed aggiungerà nei successivi giorni d’esposizione (fino al 14) al Salone del Mobile una nota quasi mistica, rappresentata nella nostra gallery da cartoline e schizzi di preview di alcune delle originali sedute. Si chiamano “pani e pesci”, “pellegrinaggio luminoso”…e fanno parte di un progetto sponsorizzato da SuperEgo Edizioni Partners.
Ogni creativo è stato abbinato ad uno dei personaggi della famosa scena, secondo la lista che segue :
- Alberto Biagetti (Giuda Iscariota)
- PG Bonsignore (San Simone Zelota)
- CTRLZAK (San Bartolomeo)
- Lorenzo Damiani (San Tommaso)
- Ghigos Ideas (San Giacomo Maggiore)
- Alessandro Guerriero (Gesù Cristo)
- GUMDESIGN (Giuda Taddeo)
- JoeVelluto (San Giacomo Minore)
- Alessandro Marelli (San Pietro)
- Elena Salmistraro (San Giovanni)
- Brian Sironi (Sant’Andrea)
- Sovrappensiero (San Matteo)
- Alessandro Zambelli (San Filippo)
In una preoccupazione di regia che ha dato i suoi frutti, originando oggetti che rispondono in maniera “spiritualmente costruita” ad un interrogativo leggero, ma legittimo:
La mostra (1:13) richiama nel suo titolo apparentemente criptico il doppio riferimento al cenacolo (“1” e uno solo come il capolavoro di Leonardo) e ai designers-commensali (13 progetti per 13 sedie da “ricostruire”), ma il titolo allude anche al capitolo in cui, nel Vangelo di Giovanni (Gv 13,12-30), si fa riferimento al cenacolo per la prima volta.
Provando a intuire ciò che è celato, e a raccontare ciò che è rimasto inespresso, invitiamo così tutti a un “atto di fede” e a immaginare, insieme a noi, il “lato B” del dipinto.
Ascoltare il silenzio finché appaia assordante, osservare anche le cose più nascoste, dare valore a quanto sembri insignificante, pur essendo stato nei secoli sotto gli occhi di tutti: questo è il messaggio che la mostra contribuisce a veicolare.
