Arte e cultura
Quando arte e ecologia si incontrano: il progetto di Stephen Turner
Un progetto artistico peculiare con uno scopo chiarissimo: sensibilizzare la collettività al rispetto dell’ambiente, scoprire la risposta emozionale dell’essere umano ai cambiamenti climatici. Questa è la missione di un artista inglese, Stephen Turner.

Mi chiedo spesso, come sono sicura molti di voi appassionati o semplicemente incuriositi dall’arte contemporanea, la sua ragione d’essere oggi. In queste ultime decadi, il mare magnum della creatività, lascia poco spazio a facili ilazioni, e diventa fin troppo complicato dare una definizione, o una spiegazione singola, senza cadere nel banale e nell’ovvio, o al contrario in discorsi ermetici compresi solo da pochi, eletti al termine supremo di addetti ai lavori. Ci sono però eccezioni, casi isolati in cui l’arte ha uno scopo ben preciso e diretto, e diventa al servizio di tutti, di un pubblico di fruitori universale. Un incipit -quasi- necessario per il progetto artistico che andiamo a scoprire oggi.
Siamo nel fiume Beaulieu, in un angolo quasi vergine della New Forest, oggi parco nazionale, nel distretto dell’Hampshire inglese. Stephen Turner è l’artista e la mente dietro a questo peculiare progetto artistico. La sua missione è quella di trascorrere un anno intero in un habitat ristretto, chiuso in un curioso uovo di legno galleggiante sul fiume la notte, e di giorno solo a contatto con le acque che lo avvolgono, la natura, i suoi deboli e forti richiami, per scoprirne la sua mutazione e l’impatto che questa esercita su di noi.
L’artista sarà immerso in un angolo del fiume Beaulieu fino a luglio dell’anno prossimo per indagare le perdute sinergie tra natura e uomo e per comprendere a fondo quanto l’impatto della civiltà dei consumi abbia cambiato profondamente le relazioni tra uomo e Madre Natura.
Armato solo di wc, stufa a legna e energia elettrica da pannelli solari, oltre a una piccola cucina e un minuscolo spazio di vita, Turner documenterà l’esistere ritmico del paesaggio, e i rifiuti che finiscono alla foce del fiume. Nella capsula non c’è nessun frigo, l’artista esaurite le scorte dovrà procurarsi il cibo, da solo.
Parte del progetto di Turner comprende anche nuotare in acqua tutto l’anno, come parte integrante degli studi sulla connessione dell’uomo con la natura. La ricerca, e quella che è una vera e propria live performance della durata di un anno, è stata finanziata dall’Arts Council England, il Paul Hamlyn Foundation e l’Hampshire County Council per un totale di 140.000 sterline. Le imprese locali hanno donato un’ulteriore somma di 100.000 sterline in equipaggiamento.
L’artista, 58 anni all’anagrafe, è stato coinvolto nel progetto dalla Spud di Winchester (azienda che si occupa di eco e urban design). Le sue giornate al di fuori dell’uovo verranno seguite 24 ore al giorno da due webcam e documentate con foto dal blog personale dell’artista, come parte di un’iniziativa didattica in patnership con le scuole.
Turner, laureato in Belle Arti, ha continuato gli studi con un master in storia e filosofia della scienza. Riguardo al progetto ha dichiarato:
L’aumento dei volumi d’acqua nei mari, le coste che stanno cambiando velocemente morfologia, solo alcuni degli eventi che accadono oggi in tutto il mondo. Credo che le nostre risposte emozionali a questi cambiamenti siano davvero molto interessanti, e utili per intraprendere il cambiamento di rotta.
Via | Yorkshire Post
Foto | Stephen Turner
