Arte e cultura
Prima personale d’arte di Fabio Usvardi al MAG di Como
La Marsiglione Arts Gallery presenta YŪREI, la prima personale del giovane artista milanese Fabio Usvardi, a cura di Igor Zanti.

LA MAG, ovvero la Marsiglione Arts Gallery, celebra questo mese i 20 anni di militante attività del suo direttore e fondatore, Salvatore Marsiglione, e il quarto anniversario della nascita della galleria. Un’importante tappa che viene rinforzata con un’inaugurazione che lascia spazio ad un giovane talento dell’arte contemporanea. In questo caso inaugura la prima personale dell’artista Fabio Usvardi dal titolo YŪREI, una mostra curata da Igor Zanti.
Occhi quindi puntati verso il futuro con una mostra interamente dedicata ad un giovanissimo del panorama italiano. Esposte nelle sale della galleria comasca ci sono una ventina di opere, tutti ritratti, dai bianchi su fondo nero di piccole e grandi dimensioni, dipinti con le mani dove l’influenza dell’action painting e del dripping è evidente, fino all’ultima serie, gli yūrei, da cui prende il titolo la mostra. Queste tele sono dipinte con mani e piedi, dove l’equilibrio tra il supporto di Jacquard damascato e la pittura è sostenuto dal gesto performativo e dove il colore è forma.
In ogni bordo della tela, si nota la firma inconfondibile dell’ideogramma giapponese degli yūrei, i fantasmi; che nella cultura tradizionale nipponica rappresentano le anime dei defunti incapaci di abbandonare il mondo dei vivi e raggiungere in pace l’aldilà. Lo yūrei può infestare un oggetto, un posto o una persona e può essere scacciato solo dopo aver celebrato i riti funebri o risolto il conflitto emotivo che lo tiene legato al mondo dei vivi.
Nelle sue opere d’arte, Fabio Usvardi, plasma presenze e trasparenze, con giochi intensi di chiaroscuri, di luce e ombre minacciose. Il supporto utilizzato è tessuto Jacquard che con le sue caratteristiche venature vellutate enfatizza ancora di più l’effetto ottico e quasi mistico. Come scrive Igor Zanti nel testo introduttivo della mostra:
Ma non è la loro accezione tradizionale ad interessare Fabio, quanto, piuttosto, l’essenza della loro sostanza transitoria, il senso ossimorico di contemporanea affermazione e negazione dell’essere che è insito nella loro immaginaria esistenza.
Usvardi cerca di condensare mille spunti e mille aspirazioni in questa galleria di impalpabili ritratti, mettendo in evidenza la sua inquietudine nel ragionare sulla pittura, cercando di coglierne la sostanza. E spostando il discorso da un’apparenza formale, si addentra in una dimensione più nascostamente teoretica.
