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Arte e cultura

Pollock a Milano: biografia e curiosità sulla vita dell’artista

Jackson Pollock, artista tra i più celebri della nostra era, entrato nella storia del secolo scorso, padre del dripping, primo pittore hipster della storia, esponente dell’espressionismo astratto. Ma quanto conoscete realmente della sua vita? Ecco la biografia e tutte le curiosità sulla vita di un artista entrato nel cult.

Jackson Pollock nasce il 28 gennaio 1912 a Cody, una cittadina provinciale dello stato dello Wyoming (USA), da papà contadino e mamma con ambiziose aspirazioni artistiche. Il padre, alcolista scontrollato, lascia la famiglia quando Jackson ha solo 8 anni. Charles, fratello maggiore di J. diventa presto come un padre per il piccolo Pollock. Anche Charles all’epoca era un artista dal futuro promettente.

Sotto l’influenza del fratello Jackson si avvicina all’arte prima frequentando la Manual Arts High School, dove impara a disegnare e dipingere, prima di essere definitivamente espulso per liti violente a scuola. L’artista si trasferisce a New York nel 1930, a soli 18 anni, e continua a studiare arte grazie al maestro Thomas Hart Benton, il professore d’arte anche di Charles, per poi lasciare a breve tutte le tecniche artistiche tradizionali del periodo ed esplorare nel profondo i meccanismi dell’espressionismo astratto. La ricerca stilistica di Pollock si sviluppa a partire dall’action painting, dallo splatter su tela, coinvolgendo sia la pittura che altri elementi estranei nei suoi lavori. Questa tecnica verrà definita in seguito come dripping, e Pollock come il suo primo fautore.

Pollock a New York

[img src=”https://media.artsblog.it/0/046/jackson-pollock-bio-11-620×350.jpg” alt=”” height=”389″ title=”Pollock's Studio” class=”alignnone size-blogoextralarge wp-image-56467″]

Anche nella Grande Mela Pollock avrà non pochi problemi per la sua vita privata, alquanto turbolenta. Nel 1933 infatti, dopo la morte improvvisa del padre, cede ad una forte depressione e inizia a cadere nella subdola trappola dell’alcolismo (causa di morte del genitore). Una tragica sera di quest’anno, picchia la moglie del maestro Benton con un’asse di legno, e distrugge la tela del fratello destinata ad un’esposizione importante.

Nel frattempo negli USA siamo negli anni della Grande Depressione. Il presidente Franklin D. Roosevelt avvia in questi anni un programma speciale chiamato i lavori pubblici di Art Project, uno dei tanti progetti destinati a rilanciare l’economia. Agli artisti come Pollock vengono dati 24,86 dollari per 20 ore di lavoro artistico alla settimana. Questo programma fu una fucina incredibile di opere d’arte di calibro, firmate da Pollock, ma anche da pittori contemporanei come José Clemente Orozco, Willem de Kooning e Mark Rothko.

Pollock però non riusciva a smettere di bere. Nel 1937, inizia un trattamento psichiatrico con un analista junghiano, per uscire dall’alcolismo. Lo specialista contribuisce ad alimentare il forte interesse di J. per il simbolismo celato nell’arte dei nativi americani. Nel 1939, Pollock scopre la mostra di Pablo Picasso al Museo di Arte Moderna di NY. La sperimentazione artistica di Picasso incoraggia Pollock a spingersi oltre i confini del proprio lavoro.

L’amore e il matrimonio con Lee Krasner

[img src=”https://media.artsblog.it/9/93b/jackson-pollock-bio-3-620×350.jpg” alt=”” height=”746″ title=”Artist Jackson Pollock dribbling sand on painting” class=”alignnone size-blogoextralarge wp-image-56469″]

Nel 1942, Pollock incontra Lee Krasner, un’artista ebrea già affermata sulla scena contemporanea americana. Presto i due si innamorano e si sposano. In questo periodo, il più felice ed appagante della vita dell’artista, la grande Peggy Guggenheim inizia ad esprimere interesse per la pittura di Pollock. Peggy nota le tele di Jackson e le definisce come le opere d’arte con la tecnica più originale e unica di sempre. Inutile dire che Peggy diventa fondamentale nella vita dell’artista, e di riflesso anche nella sua ricerca artistica.

Nel 1947, Pollock firma un contratto con la Guggenheim. Da allora tutto sembra più facile per Jackson, che compra persino una casa colonica idilliaca immersa nella natura della zona Springs di East Hampton, a Long Island. Pollock ottiene da Peggy anche una borsa di studio per lavorare, è felice di vivere di nuovo nella pace della provincia, fattore che ha un notevole impatto positivo sui suoi progetti. Amore, natura, tranquillità. Nel 1946, trasforma il fienile in uno studio privato, luogo in cui continua a sviluppare il dripping, tecnica in cui la vernice scorre letteralmente dal supporto alla tela adagiata sul pavimento.

Il successo

[img src=”https://media.artsblog.it/8/8c6/pollock-biografia-620×350.jpg” alt=”” height=”599″ title=”Lee Krasner;Jackson Pollock [& Wife]” class=”alignnone size-blogoextralarge wp-image-56475″]

Le tele di Pollock in assoluto più celebri e apprezzate dalla critica internazionale vengono plasmate durante questo periodo definito come drip period, ovvero tra il 1947 e il 1950. Jackson diventa sempre più popolare, grazie ad un editoriale della rivista Life, risalente all’8 agosto 1949. Nell’articolo viene posta una domanda ai lettori: Pollock è il più grande pittore vivente degli Stati Uniti?

In una notte la vita di Pollock cambia radicalmente. La sua fama cresce ogni giorno di più, gli amici diventano rivali. Alcuni critici si accaniscono contro Jackson definendolo come una frode vivente.

Nel 1949, lo mostra di Pollock alla Betty Parsons Gallery registra il tutto esaurito. Jackson Pollock diventa improvvisamente il pittore contemporaneo più pagato d’America. Purtroppo sappiamo tutti come la notorietà possa essere un’arma a doppio taglio per personalità così fragili ed instabili emotivamente. E infatti come da manuale, in seguito a questo boom di successo, Pollock diventa sprezzante in confronto di tutti quelli intorno a lui. Torna a bere, il doppio di prima.

L’alcolismo e la morte di Pollock

[img src=”https://media.artsblog.it/e/ebd/pollock-morte-620×350.jpg” alt=”” height=”613″ title=”Lee Krasner;Jackson Pollock [& Wife]” class=”alignnone size-blogoextralarge wp-image-56477″]

La vita di Pollock cambia, ancora una volta. La mostra del 1950 alla Parsons non vende, anche se in quell’esposizione rientra persino il Number 4, 1950, considerato un capolavoro assoluto oggi. L’arte di Pollock diventa sempre più cupa, i colori sempre più scuri. Abbandona il dripping in favore della pittura in bianco e nero, tecnica che non riscuote entusiasmo. Depresso e perseguitato dai fantasmi più inquietanti, Pollock frequentemente incontra i suoi compari al Cedar Bar, per bere e ubriacarsi fino alla chiusura, e spesso essere coinvolto in liti violente.

La madre preoccupata per la salute di Pollock, si trasferisce a casa dell’artista. La sua presenza fa bene a J., che ricomincia a dipingere. In questo periodo completa The Deep, uno dei masterpiece dell’artista. Ma l’alcolismo peggiora, e lo porta irrimediabilmente verso la rovina. Il matrimonio finisce. Dal 1956, Pollock non dipinge nemmeno più.

Un po’ dopo le dieci di mattina dell’11 agosto 1956, Pollock, ubriaco, si schianta con la macchina contro un albero a meno di un chilometro da casa sua. Ruth Kligman, la sua ragazza, al momento, sopravvive. Un altro passeggero, Edith Metzger rimane ucciso, e Pollock muore sul colpo.

Nel dicembre del 1956, l’anno dopo la sua morte, Pollock fu in scena con una retrospettiva commemorativa presso il Museum of Modern Art di New York City. Il suo lavoro ha continuato da allora ad essere celebrato su larga scala, con frequenti mostre sia il MoMA di New York che alla Tate di Londra. Pollock è oggigiorno considerato uno degli artisti più influenti del XX secolo.

Via | Biography.com



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