
C’è anche la moto di Ligabue al Museo Nazionale del Motociclo, che mette in vetrina alcuni esemplari di grande valore storico, cui va il merito di aver segnato momenti importanti nell’evoluzione della specie.
L’istituzione nasce nel 1993, su iniziativa di Germano Corvatta, Giuseppe Savoretti e Tino Zaghini, che hanno riunito sotto un unico tetto le loro collezioni, ospitate dal 20 marzo 2005 in una nuova sede a Rimini.
All’interno di due edifici all’uopo destinati sono custodite 250 moto, in rappresentanza di oltre 60 case italiane e straniere, in un cammino diviso per aree tematiche che percorre il tempo dalla fine dell’Ottocento agli anni Ottanta. Fra i pezzi pregiati, anche la Guzzi 500 appartenuta al pittore Ligabue.
Questa straordinaria raccolta profuma di grande passione e fissa le tappe di una storia fatta di sacrifici e di amore. Felice la collocazione geografica, in quell’Emilia Romagna saldamente legata all’universo della meccanica di fascia più alta.
A questa terra si lega una cultura fatta di passione nel segno dell’eccellenza, che ha dato vita negli anni ad autentici capolavori a due e quattro ruote. Dal secolo scorso qui sono nate centinaia di aziende meccaniche che hanno fatto la ricchezza del territorio, riconosciuto come la Motor Valley d’Europa, dove l’entusiasmo, l’amore e la competenza per l’universo automobilistico e motociclistico toccano le vette più alte.
Facilmente raggiungibile, il Museo Nazionale del Motociclo si trova uscendo dall’autostrada A14 Rimini SUD e seguendo la direzione “aeroporto”. Una volta immessi sulla S.S. 16 Flaminia, all’altezza del Ristorante Albergo Quo Vadis, bisogna girare sulla via Casalecchio, cinque chilometri dopo la vecchia sede.
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