Fotografia
Il fotografo Joel-Peter Witkin al Pan di Napoli. Il “freak” che non tramonta
Al Pan di Napoli è in mostra fino al 20 Ottobre uno dei fotografi più controversi del nostro secolo Joel Peter Witkin. La mostra promossa dalla fondazione Fratelli Alinari e realizzata con la collaborazione della galleria “Baudoin Lebon” di Parigi espone 55 scatti in bianco e nero del fotografo americano.

Il “Maestro dei suoi Maestri” è il titolo di questa mostra che raccoglie una selezione delle fotografie di Witkin, tributo ai maestri dell’arte della tradizione pittorica: più che citazioni Witkin fa letteralmente rivivere Goya, Bosch, Velasquez, Caravaggio, Botticelli, Salvador Dalì o Max Beckmann e fotografi come Muybridge, Rejlander e HollandDay. Il fotografo ricrea vere e proprie ambientazioni dal vivo da cui scaturisce la stessa estetica del passato tra atmosfere oniriche ed un’esplicito realismo, concezione estetica barocca, abbondante e sfarzosa e il lato oscuro dell’esistenza.
La mostra espone una selezione di foto in bianco e nero di Joel Witkin, della sua carriera dagli anni ’70 ad oggi, che include anche le Edizioni, stampe numerate. I suoi lavori sono il prodotto di un procedimento artistico molto laborioso (utilizzo di filtri e diverse distorsioni tra il supporto e l’ingranditore) che reputa fondamentale sia l’idea che precede lo scatto, sia la fase di stampa in camera oscura, in cui il fotografo apporta modifiche alla pellicola con graffi, strappi e disegni.
L’immagine scelta per la locandina della mostra al Pan si intitola “Donna con seni piccoli“. In un’intervista ha spiegato che la foto scattata a Parigi è il profilo di una fotografa israeliana che lavora a Tel Aviv da cui è rimasto colpito per i suoi seni piccoli. Per distogliere l’attenzione dalla sua bellezza ha inserito un eccentrico cappello fatto da un corno, pesci, fiori e ogni genere di cose. La sua bellezza è intaccata, resa controversa da questa serie di elementi in forte contrasto con la sua pelle opalescente.
Per Witkins tutto passa attraverso il corpo imperfetto, protagonista delle sue foto, dimostrando che il genere “freak” non è mai tramontato. Al loro mondo ci si può avvicinare senza compassione, per scoprire come rapportarsi in maniera consapevole con tutto ciò che ci sembra più oscuro. I protagonisti delle foto attorniati da oggetti-simbolo diventano punto di partenza per riflettere sul senso della vanitas, sulla caducità della vita, sul conflitto religioso, sull’aborto, sulla sessualità, costringendo lo spettatore ad andare oltre.
Witkin in mostra a Napoli per la prima volta, dove ha partecipato anche all’open lecture il 27 Giugno, riscopre proprio in questa città dalla contrastante spiritualità, le sue origini campane, riconoscendone l’ influenza sulla sua ricerca fotografica. In quarant’anni di carriera la sua fotografia esce ancora dai canoni commerciali perchè non racconta di evasioni, non ispira la grazia e la dolcezza ideale, ma ci riporta ai crudi dettami della morale, scardinando il concetto personale di identità : siamo tutti travestiti da noi stessi.
Foto| Edelman Gallery e arte.net
