Bambini
Giocattoli gender, il video della bambina che si ribella
La piccola Riley dice no ai giocattoli gender, perchè le principesse possono piacere ai bambini come alle bambine

[blogo-video id=”138114″ title=”Riley on Marketing” content=”” provider=”youtube” image_url=”https://media.toysblog.it/a/aa3/maxresdefault-jpg.png” thumb_maxres=”1″ url=”https://www.youtube.com/watch?v=-CU040Hqbas” embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTM4MTE0JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PGlmcmFtZSB3aWR0aD0iNTAwIiBoZWlnaHQ9IjI4MSIgc3JjPSJodHRwczovL3d3dy55b3V0dWJlLmNvbS9lbWJlZC8tQ1UwNDBIcWJhcz9mZWF0dXJlPW9lbWJlZCIgZnJhbWVib3JkZXI9IjAiIGFsbG93ZnVsbHNjcmVlbj48L2lmcmFtZT48c3R5bGU+I21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzEzODExNHtwb3NpdGlvbjogcmVsYXRpdmU7cGFkZGluZy1ib3R0b206IDU2LjI1JTtoZWlnaHQ6IDAgIWltcG9ydGFudDtvdmVyZmxvdzogaGlkZGVuO3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fSAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTM4MTE0IC5icmlkLCAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTM4MTE0IGlmcmFtZSB7cG9zaXRpb246IGFic29sdXRlICFpbXBvcnRhbnQ7dG9wOiAwICFpbXBvcnRhbnQ7IGxlZnQ6IDAgIWltcG9ydGFudDt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O2hlaWdodDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O308L3N0eWxlPjwvZGl2Pg==”]
“Perché tutte le bambine dovrebbero comprare principesse?”. E’ la domanda che questa bambina fa al suo papà che la sta riprendendo mentre sfoga tutto il suo dissenso nei confronti dei cosiddetti giocattoli gender, termine che indica quella netta distinzione tra gioco “per lui” e gioco “per lei” che le aziende produttrici di giocattoli rimarcano da anni, puntando soprattutto sul packaging e il confezionamento del prodotto.
[related layout=”big” permalink=”http://www.toysblog.it/post/136060/giocattoli-quelli-per-le-bambine-costano-di-piu”][/related]
“A trick“, “un trucco”, questo sarebbe per la piccola Riley – ma solo all’anagrafe possiamo dire – l’idea di confezionare con scatole rosa i giochi per bambine, invitandole inconsciamente a comprarli, perchè rosa è “femmina”. Un concetto sbagliatissimo per Riley, perché “ad alcune bambine piacciono le principesse e i super eroi”, così come “ad alcuni bambini piacciono le principesse e i super eroi”. Un ragionamento che non fa una piega e che ricalca ancora una volta l’esigenza di grandi e piccoli di uscire dalle logiche di mercato e dagli stereotipi di genere e di lasciare ai bambini la libera volontà di comprare e giocare con ciò che li fa star bene, sia essa una bambola o un robot.
