Arte e cultura
Al Museo d’Orsay di Parigi le suggestioni gotiche del romanticismo noir da Goya a Max Ernst
Fantasmi, mummie, teschi e vanità, nelle sale del Musée d’Orsay di Parigi il romanticismo riscopre tutto il suo lato oscuro con la mostra “L’ange du bizarre. Le romantisme noir de Goya à Max Ernst”. Un titolo la cui prima parte deriva proprio da un racconto fantastico di Edgar Allan Poe e riassume appieno il sentimento di vertigine che ubriaca gli spiriti più sensibili.
Più che uno stile unitario una corrente, che serpeggia nel sottosuolo dell’arte occidentale e si risveglia esercitando appieno la sua influenza, in momenti di crisi, ma anche un percorso evolutivo, ricostruito nella mostra attraverso tre epoche:
- il tempo della nascita(1770-1850),
- il tempo della separazione e le mutazioni del simbolismo(1860- 1900),
- il tempo della riscoperta nell’arte surrealista (1920-1940).
L’esposizione è stata annunciata da una campagna pubblicitaria che lasciava presagire, proprio nel ventre ramificato della metropolitana della capitale francese, l’arrivo di una forza incisiva, e dal portato mai sopito, trasfigurata nei versi di Baudelaire e Victor Hugo. In un sotterraneo persistere di atmosfere ombrose e di leggeri squarci, di araldiche e di icone, di abissi scurissimi e di trasposizioni, che rinascono a più riprese nel corso della storia recente, nutrendosi di lirica, di corvi neri e di insani balsami:
A partire dal decennio 1880, constatando la vanità e l’ambiguità della nozione di progresso, molti artisti recuperano l’eredità del romanticismo nero e si rivolgono verso l’occulto, rianimandone i miti e sfruttandone le scoperte sul sogno, per mettere l’uomo faccia a faccia con i suoi terrori e le sue contraddizioni : il selvatico e la perversità nascosta in ogni essere umano, il rischio della degenerazione collettiva, l’estraneità angosciante del quotidiano rivelata dai racconti fantastici di Poe o di Barbey d’Aurévilly? Nel pieno della seconda rivoluzione industriale risorgono così le orde di streghe, gli scheletri che sogghignano, i demoni informi, i Satanassi lussuriosi e i maghi fatali… che traducono un disincanto provocante e festivo nei confronti del presente.
Via | musee-orsay.fr
