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Il primo discorso di Laura Boldrini, eletta oggi Presidente della Camera

Il primo discorso di Laura Boldrini, eletta oggi presidente della Camera.

Giornata impegnativa, quella di oggi, per la politica. Certo, in tempi come questi in cui lo spinoso argomento è oramai al centro di tutti i discorsi preoccupati dei cittadini che ancora ci credono, e che sperano possa esserci la “buona politica”, è stato un giorno di attesa come molti altri. In questi ultimi mesi, infatti, abbiamo vissuto in un pericoloso equilibrio cercando di capire cosa ne sarà del nostro Paese. Aspettando.

La fine della XVI Legislatura avvenuta in maniera tutt’altro che naturale e serena, le Primarie che più che una luce hanno portato ad un abbaglio per molti – eletti-elettori-elettorato-eligendi -, una campagna elettorale volgare e spietata, un risultato inatteso, la spada di Damocle che dal giorno dei risultati ha assunto un nuovo nome, oscuro e buio: ingovernabilità.

Oggi, però, l’attesa che qualcosa accadesse, la speranza che si rompesse un circolo vizioso teso ogni ora di più a rimettere le carte in gioco (nuove elezioni a breve senza aver nemmeno provato a cambiare, su tutte, la legge elettorale), la preoccupazione del buio pesto di questa politica e di tutto ciò che non si vede e si percepisce solo come oscuro, ha visto aprirsi una lama di luce. Forte, decisa, necessaria: Laura Boldrini è stata eletta Presidente della Camera dei Deputati.

Questo sabato di sole a Roma ha portato una donna ad occupare la terza carica più alta dello Stato. Avete probabilmente avuto modo di sapere il più possibile su Laura Boldrini già nelle ultime ore. Dopo che è stata ufficializzata la sua elezione, a seguito di un lunghissimo applauso che ha visto alzarsi dai loro scranni i deputati al loro secondo giorno di Aula, si è finalmente sciolto un nodo essenziale perché la XVII Legislatura potesse avere inizio.

Certo, questo passo avanti non dà alcuna certezza in merito alla durata di questo nuovo Parlamento, ma per adesso è importante sapere che Laura Boldrini ha raccolto moltissimi consensi con il suo appassionato discorso. Dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti, la neo eletta è la terza donna a ricoprire questo ruolo fondamentale. A seguire, quindi, la trascrizione del suo discorso di insediamento:

“Care deputate e cari deputati, permettemi di esprimere il mio più sentito ringraziamento per l’alto onore e responsabilità che comporta il compito di presiedere i lavori di questa assemblea.

Vorrei innanzitutto rivolgere il saluto rispettoso, riconoscente, di tutta l’assemblea e mio personale, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che è custode rigoroso dell’unità del Paese e dei valori della Costituzione Repubblicana.

Vorrei inoltre inviare un saluto cordiale al Presidente della Corte Costituzionale e al Presidente del Consiglio. Faccio a tutti voi i miei auguri di buon lavoro, soprattutto ai più giovani, a chi siede per la prima volta in quest’aula.

Sono sicura che in un momento così difficile per il nostro Paese, insieme riusciremo ad affrontare l’impegno straordinario di rappresentare nel migliore dei modi le istituzioni repubblicane.

Vorrei inoltre rivolgere un cordiale saluto a chi mi ha preceduto, al Presidente Gianfranco Fini, che ha svolto con responsabilità la sua funzione istituzionale.

Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia come in molte periferie del mondo. È un’esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi metto al servizio di questa Camera. Farò in modo che questa istituzione sia anche il luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno.

Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze. Dovremmo impegnarci tutti a restituire piena dignità a ogni diritto. Dovremmo ingaggiare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri. In quest’aula sono stati scritti i diritti universali della nostra Costituzione. La più bella del mondo. La responsabilità di questa istituzione si misura anche nella capacità di saperli rappresentare e garantire uno a uno. Quest’aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito sé stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontani dall’Italia.

Dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore ed è un impegno che fin dal primo giorno affidiamo alla responsabilità della politica e del Parlamento.
Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare la forza o l’aiuto per rialzarsi. Ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante.
Una condizione disumana e degradante come ha autorevolmente denunziato la Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo.

Dovremo dar strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato. A chi rischia di smarrire perfino l’ultimo sollievo della cassa integrazione. Ai cosiddetti ‘esodati’, che nessuno di noi ha dimenticato.
Ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l’economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della crisi.

Alle vittime del terremoto e a chi subisce ogni giorno gli effetti della scarsa cura del nostro territorio.

Dovremo impegnarci per restituire fiducia a quei pensionati che hanno lavorato tutta la vita e che oggi non riescono ad andare avanti.

Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la ricchezza interiore e inesplorata di un disabile.

In Parlamento sono stati scritti questi diritti, ma sono stati costruiti fuori da qui, liberando l’Italia e gli italiani dal fascismo.

Ricordiamo il sacrificio di chi è morto per le istituzioni e per questa democrazia. Anche con questo spirito siamo idealmente vicini a chi oggi, a Firenze, assieme a Luigi Ciotti, ricorda tutti i morti per mano mafiosa. Al loro sacrificio ciascuno di noi e questo Paese devono molto. E molto dobbiamo anche al sacrificio di Aldo Moro e della sua scorta, che ricordiamo con commozione oggi, nel giorno in cui cade l’anniversario del loro assassinio.

Questo è un Parlamento largamente rinnovato, scrolliamoci di dosso ogni indugio nel dare piena dignità alla nostra Istituzione, che saprà riprendersi la centralità e la responsabilità del proprio ruolo. Facciamo di questa Camera la casa della buona politica, rendiamo il Parlamento e il nostro lavoro trasparenti, anche in una scelta di sobrietà che dobbiamo agli italiani.

Sarò la Presidente di tutti, a partire da chi non mi ha votato. Mi impegnerò perché la mia funzione sia luogo di garanzia per ciascuno di voi e per tutto il Paese. L’Italia fa parte del nucleo dei fondatori del processo di integrazione europea. Dovremo impegnarci ad avvicinare i cittadini italiani a questa sfida, a un progetto che sappia recuperare per intero la visione e la missione che furono pensate con lungimiranza da Altiero Spinelli. Lavoriamo perché l’Europa torni ad essere un grande sogno, un crocevia di popoli e di culture, un approdo certo per i diritti delle persone. Appunto, un luogo della libertà, della fraternità e della pace.

Anche i protagonisti della vita spirituale e religiosa, ci spronano ad osare di più. Per questo abbiamo accolto con gioia i gesti e le parole del nuovo Pontefice, venuto emblematicamente dalla ‘fine del mondo’. A papa Francesco il saluto carico di speranza di tutti noi.

Consentitemi un saluto anche alle Istituzioni Internazionali, alle Associazioni e alle Organizzazioni delle Nazioni Unite, in cui ho lavorato per ventiquattro anni. E permettetemi, visto che questo è stato fino ad oggi il mio impegno, un pensiero per i molti, troppi morti senza nome che il nostro Mediterraneo custodisce.Un mare che dovrà sempre più diventare un ponte verso altri luoghi, altre culture, altre religioni.

Sento forte l’alto richiamo del Presidente della Repubblica sull’unità del Paese. Un richiamo che quest’aula è chiamata a raccogliere con pienezza e convinzione. La politica deve tornare ad essere una speranza, un servizio, una passione.

Stiamo iniziando un viaggio. Oggi iniziamo un viaggio. Cercherò di portare, assieme a ciascuno di voi, con cura e umiltà, la richiesta di cambiamento che alla politica oggi rivolgono tutti gli italiani, soprattutto i nostri figli.

Grazie.”

Via | camera.it

Foto | © Getty Images



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