Attualità
Contro il femminicidio il corto di 5 attrici del cinema italiano
Si parla ancora di femminicidio. Su Youtube il video-denuncia prodotto con la collaborazione di cinque attrici del cinema italiano. In sottofondo la canzone romana “Lella”, che parla di un uomo che uccide la sua amante.

Viviamo in un paese in cui quando non si parla più di un problema è come se in verità si fosse già trovata una sua soluzione. Ma la storia insegna che la realtà è ben differente, ecco perché accogliamo con gioia la partecipazione di cinque attrici del cinema italiano ad un corto di denuncia contro il femminicidio e la violenza sulle donne, temi cari, caldi e tristemente attualissimi.
E così “Lella” una vecchia canzone romana degli anni 70 di Edoardo De Angelis e Stelvio Gicca Palli, riarrangiata dall’Orchestraccia, si è tramutata in colonna sonora di immagini dure, immagini di vita di cinque donne perseguitate dai propri uomini aguzzini. Nei panni delle vittime Vanessa Incontrada, Sabrina Impacciatore, Ambra Angiolini, Donatella Finocchiaro e Elda Alvigini.
Lella, che più che come canzone impegnata è stata spesso interpretata come stornello romano grazie alla sua melodia leggera e orecchiabile, è in verità una delle prime liriche di denuncia del fenomeno del femmininicidio. La voce cantante, che nel video diventa anche narrante, è quella di un uomo che uccide la propria amante, la sotterra in riva al mare e non prova alcun rimorso per quello che ha fatto.
Come in una sorta di racconto ad un ipotetico interlocutore, l’uomo sviscera quasi con orgoglio di essere sfuggito alla polizia per quattro anni, riuscendo a mantenere segreto l’omicidio:
Te lo ricordi poi ch’era sparita
e che la gente e che la polizia
s’era creduta ch’era annata via
co’ uno co’ più sordi der marito…
E te la vojo di’ che so’ stato io…
so’ quattr’anni che me tengo ‘sto segreto
te lo vojo di’ ma nun lo fa’ sape
nun lo di’ a nessuno tiettelo pe’ te….
Nel corto Lella non è una donna, ma cinque donne diverse con altrettante storie di violenza alle spalle. Sui volti, sui corpi, nei cuori portano la paura e i segni delle percosse e tremano ancora nell’incrociare lo sguardo del proprio carnefice. Così Lella diventa il simbolo di una femminilità spezzata, offesa, universale. Lei è ogni donna uccisa da un uomo, picchiata, oltraggiata, insultata e così il brano di altri tempi diventa attuale come non mai.
Sabrina Impacciatore, che nel corto impersona il ruolo di una donna resa disabile dalla furia del suo uomo, esprime il bisogno di far sapere, di denunciare, di sensibilizzare la gente sulla possibilità e sul dovere di ribellarsi:
Queste immagini, in questo momento, sostengono il desiderio di tutte noi donne di sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che bisogna sapersi ribellare.
E proprio con un moto di orgoglio e ribellione il video si chiude. Le ferite sul corpo talvolta faticano a guarire, ma per curare quelle dell’anima bisogna guardare in faccia i propri demoni e non permettere loro di nuocere ancora.
