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Il 6 gennaio (vigilia) e il 7 gennaio rappresentano per i Paesi dell’est di tradizione russa il Natale ortodosso. Vediamone l’origine e la storia.
Il 7 gennaio si festeggia nei Paesi dell’est di tradizione russa il Natale ortodosso. Questo è dovuto dal fatto che la Chiesa Ortodossa continua ad utilizzare il calendario giuliano e non quello gregoriano. Ma andiamo a vedere l’origine di questa tradizione e la sua storia.
Natale ortodosso 7 gennaio: cosa è e storia
Come spiegato anche dal Corriere della Sera, la storia del Natale ortodosso ha origini ben lontane. Tutto parte da Papa Gregorio XIII (Ugo Boncompagni) che nel 1582, per la precisione il 4 ottobre, stabilì con la bolla “Inter gravissimas” di modificare il calendario definito sotto Giulio Cesare nel 46 avanti Cristo e cancellare, quell’anno, i giorni fino al 15 ottobre.
In tanti, nel corso dei secoli, tra astronomi e matematici, avevano fatto notare gli errori del calendario “giuliano” dei tempi di Cesare ma solo Papa Gregorio, insieme ad una commissione di studiosi, fece modificare il tutto facendo nascere il calendario “gregoriano” che ancor oggi è seguito da gran parte dei Paesi del mondo.
La maggior parte delle Chiese ortodosse, compresa quella Russa, utilizza ancora, però, il vecchio calendario giuliano. I due calendari procedono paralleli ma lo slittamento progressivo è di 13 giorni. Ecco perché il Natale cristiano cade il 25 dicembre e quello ortodosso il 7 gennaio.
Usanze
Secondo la tradizione, il Natale ortodosso viene preceduto da un lungo periodo di digiuno e preghiera che dura addirittura 40 giorni. Si può mangiare il pesce il mercoledì ed il venerdì, dunque non è un digiuno totale.
Gli ortodossi usano offrire, nel giorno del Natale, candele e germogli di grano mentre il giorno della vigilia il digiuno diventa rigidissimo e prevede il consumo solo di grano lesso e frutta.
Questo digiuno ha fine, solitamente, al tramonto dopo la preghiera che i fedeli intonano come inno al Natale.