A Torino le “Edizioni” di Gerhard Richter per un nuovo modo di concepire l’opera d’arte

Quando si parla di opere d’arte si pensa sempre ad un esemplare unico e in pericolo “di estinzione”, soprattutto dopo l’acquisto da parte di qualche collezionista. Gerhard Richter, uno dei più grandi artisti contemporanei, invece ci allontana dai “pericoli” del mercato, scegliendo di realizzare le Edizioni (opere d’arte originali realizzate non come pezzi unici, ma in un numero di copie). La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino fino al 21 Aprile espone Edizioni del 1965-2012 della Collezione Olbricht: stampe, edizioni fotografiche, dipinti, libri d’artista, manifesti. Opere di indubbio valore che aprono scenari più interessanti e democratici sull’attuale mercato dell’arte.

Le edizioni rappresentano una straordinaria opportunità per presentare la mia opera a un pubblico più ampio.

Tra le edizioni fotografiche in mostra le più famose come Ema (Nude on a Staircase) e Uncle Rudi, stampe come Mao, Elisabeth, ma anche di dipinti come Fuji e Grey e per la prima volta in Italia gli arazzi Abdu, Iblan, Yusuf. Richter, che a soli 16 anni scopre la passione dell’arte e dell’acquarello, ha nella sua lunga carriera ha compreso i cambiamenti della propria epoca, come negli anni ’60 quando con la nascita della società dei consumi contribuì allo sviluppo della Pop Art (Partito, 1963). In questi stessi anni inizia la sua ricerca sulle relazioni tra immagini fotografiche e la pittura, e sulla mediazione tra l’immagine oggettiva e soggettiva che ha dato i frutti più poetici dei suoi foto-dipinti.

Senza mai dimenticare l’aspirazione per la bellezza estetica dell’opera, Gerhard Richter è riuscito ad attraversare con assoluta coerenza le varie fasi dal costruttivismo, all’astrattismo, dal minimalismo al neo-espressionismo.

Foto Gerhard Richter