
376900 09: FILE PHOTO: A dense column of smoke rises more than 60,000 feet into the air over the Japanese industrial port of Nagasaki, the result of an atomic bomb, the second ever used in warfare, August 8, 1945, from a U.S. Air Force B-29 Superfortress. (Courtesy of the National Archives/Newsmakers)
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Settant’anni fa l’orrore della bomba atomica si scagliò sul Giappone, quando il 6 agosto 1945 alle 8:16, il bombardiere statunitense Enola Gay sganciò la bomba atomica “Little Boy” sulla città giapponese di Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal lancio dell’ordigno “Fat Man” su Nagasaki.
Un bombardamento che causò la morte istantanea di circa 200 mila innocenti, senza contare i decessi successivi e i danni portati avanti ancora oggi.
A commemorare quei giorni terribili, all’American University a Washington è stata allestita una mostra, che durerà fino al 16 agosto, dove si racconta la distruzione e la morte per mano dell’arma nucleare.
Oltre alle opere degli artisti giapponesi Iri Maruki e di sua moglie Toshi, è possibile consultare documenti e vedere foto e video prestati dal museo della prefettura di Saitama, vicino a Tokyo. Sono esposti inoltre molti oggetti sopravvissuti alla furia dell’atomica, messi in mostra per la prima volta in assoluto.